Tra i fondi musicali dell’Istituto un posto di preminenza spetta alla Raccolta Mauro Foà (costituita da 87 manoscritti e 66 opere a stampa) e alla Raccolta Renzo Giordano (comprendente 167 manoscritti e 145 opere a stampa). Il pregio e l’unicità dei due fondi risultano dalla presenza in essi delle opere in gran parte autografe di Antonio Vivaldi, delle opere di Alessandro Stradella, di rari volumi di intavolatura d’organo tedesca del secolo XVII, di partiture manoscritte e a stampa di Gluck, Haydn, Traetta, Rameau, Favart, Philidor, e di manoscritti e di edizioni a stampa di composizioni italiane e francesi della fine del Settecento e degli inizi dell’Ottocento.
Le Raccolte sono quasi totalmente riconducibili alla figura del conte Giacomo Durazzo (1717-1794), bibliofilo e ambasciatore imperiale presso la Serenissima: intorno al 1780 egli acquistò un gruppo di manoscritti musicali tra i quali anche le carte di Antonio Vivaldi, vendute dagli eredi di Vivaldi al senatore veneziano Jacopo Soranzo (1686-1761), poi acquistate dal collezionista Matteo Luigi Canonici (1727-1805) ed infine entrate nei beni di Durazzo e dei suoi eredi. Grazie all’attività del professor Alberto Gentili (docente di Storia della Musica presso l’Università di Torino, visse tra il 1873 e il 1954), di Luigi Torri (direttore della Biblioteca tra il 1918 e il 1932) e del bibliotecario Faustino Curlo (1867-1935), la raccolta di Durazzo pervenne, dopo notevoli peripezie, alla Biblioteca di Torino tra il 1922 e il 1930. L’acquisizione dei materiali fu resa possibile grazie alla generosità di due mecenati, l’agente di cambio Roberto Foà (1885-1957) e l’industriale tessile Filippo Giordano (1875-1952). Le due raccolte furono intitolate alla memoria dei figli dei due donatori Mauro Foà e Renzo Giordano, entrambi scomparsi prematuramente.
I documenti che compongono le due raccolte sono catalogati in Isabella Fragalà Data, Annarita Colturato, Raccolta Mauro Foà, Raccolta Renzo Giordano. Roma, Torre d’Orfeo, 1987.