I volumi di argomento napoleonico di Alberto Lumbroso

Letterato di origini israelite e bibliofilo Alberto Lumbroso (1872-1942) donò alla Biblioteca Nazionale di Torino, dopo l’incendio del 1904, tutta la sua biblioteca, particolarmente cospicua per la parte dedicata all’età napoleonica, oggetto principale dei suoi studi. Si tratta di 18.962 volumi e 8.962 opuscoli inventariati, di cui attualmente 3.885 notizie catalogate su SBN. Vanno aggiunti a questi numeri una novantina di libretti, ritrovati all’interno delle scatole forate, giunti in un secondo momento in Biblioteca, accompagnati dalla richiesta esplicita del donatore di catalogarli insieme agli altri già inviati (AsBnuto, fald. 114, fasc. III.C-12).

Il generoso dono della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna

La Biblioteca Comunale di Bologna, fondata nel 1801, raccoglie il patrimonio librario delle congregazioni religiose disciolte dai provvedimenti del periodo napoleonico (1797-1798) e dal Regno d’Italia (1866). La nuova Biblioteca, dapprima ospitata presso il Convento di San Domenico, nel 1838 fu trasferita all’interno del palazzo dell’Archiginnasio, dove il materiale fu organizzato per materia e collocato nelle antiche aule dello Studio dal bibliotecario Luigi Frati (1853-1902). Proprio grazie al grande lavoro di riorganizzazione e revisione compiuto dal Frati, l’Archiginnasio poté inviare a Torino un consistente numero di volumi doppi, provenienti da enti soppressi e da vari donatori. Un buon numero dei volumi giunti a Torino reca all’interno un cartellino con indicazione dell’opera e in rosso l’attribuzione dello spoglio compiuto dal Frati; inoltre, in molti casi ai frontespizi compaiono timbri e note di possesso dei precedenti proprietari. È quindi stato possibile individuare le seguenti provenienze: Biblioteca Comunitativa (nome dell’attuale Archiginnasio attestato tra 1802 e 1807); alcuni conventi spoletini soppressi (San Filippo Neri, dei Cappuccini, di San Paolo e della Società di Gesù); alcuni enti religiosi di Bologna (San Domenico, San Paolo, Sant’Anna e San Bartolomeo); convento di Santa Maria di Abrenunzio; e Cappuccini di San Borgo. Inoltre, particolare rilevanza assume il fondo di Antonio Magnani (1743-1811), gesuita, collezionista, letterato, professore a Verona e Bologna, e bibliotecario dell’Istituto delle Scienze, che alla sua morte donò la sua raccolta libraria al Comune di Bologna perché venisse istituita una nuova biblioteca pubblica), costituendo così il primo nucleo della biblioteca dell’Archiginnasio. Un altro donatore particolarmente rilevante fu Francesco Zambeccari (1682-1767), primicerio di San Petronio e prelato domestico di papa Benedetto XIV, che nel 1744 donò i propri volumi alla biblioteca del Collegio Gesuitico di Santa Lucia. Da ultimo, un nutrito gruppo di volumi giunti a Torino reca note di possesso o ex libris di donatori che non sono attualmente attestati tra le provenienze dell’Archiginnasio, i quali però conservano al loro interno la schedina di spoglio che ne traccia una sicura provenienza bolognese. Si tratta per esempio di Fabrizio Alberto, Giuseppe Garampii, Giuseppe Berian, Luigi Gattinara, Antonio Francesco De Valenti, ma soprattutto di un membro della famiglia Zondadari, che fu vescovo e visse intorno al 1790, di cui 215 volumi sono giunti in Biblioteca Nazionale, e il cui ex libris è presente anche su un volume della Biblioteca Marciana di Venezia. La complessità della formazione della Biblioteca dell’Archiginnasio – e di riflesso della donazione giunta alla Biblioteca Nazionale – è ben evidente nella difficoltà di leggere i segni delle antiche provenienze e dei possessori sui volumi e di fornirne una corretta interpretazione.